Ottobre
Ideale punto di partenza del racconto della mostra “Neoclassicismi a Torino” è la figura di Laurent Pécheux. Il suo taccuino romano e i regolamenti che scrisse per l’Accademia di Belle Arti nel 1778 aprono la strada al classicismo tardo settecentesco che riconosciamo in città nelle sculture dei fratelli Collino e nel progetto architettonico per le scuderie dei Principi di Carignano (ora Biblioteca Nazionale Universitaria) che è il nostro archivio a custodire.
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Dopo il periodo napoleonico, a presiedere l’Accademia Reale di Torino è Filippo Asinari di San Marzano che fu ministro plenipotenziario dei Savoia al Congresso di Vienna. Il suo busto, opera di Giacomo Spalla, dimostra l’influenza esercitata da Canova e Thorvaldsen sugli artisti torinesi del primo Ottocento.
Altrettanto significativi sono i cantieri degli architetti che furono vicini all’Accademia negli anni della Restaurazione: dalla Gran Madre di Ferdinando Bonsignore ai progetti di Giuseppe Maria Talucchi; tra questi la “Rotonda” al centro del cortile della nostra Accademia, recentemente restaurata con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
Per guidare questi cantieri neoclassici torinesi, il piemontese Luigi Canina inviò da Roma le sue straordinarie incisioni delle antichità classiche. Documenti di grande fascino, allestiti in mostra all’interno di una suggestiva scenografia.
Allievo di Bonsignore e Talucchi fu Alessandro Antonelli, di cui conserviamo i visionari progetti per una nuova cattedrale in piazza Castello, insieme a tanti altri meravigliosi disegni originali. Realizzati durante il suo pensionato romano, vengono proposti al nuovo re Carlo Alberto e aprono la strada ad Antonelli per l’insegnamento nella rinnovata Accademia Albertina. Per la sua scuola verranno acquistati gessi di fregi architettonici di matrice classica che presenteremo dopo un importante restauro, avvenuto al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Un ringraziamento particolare va alla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e all’Archivio Storico della Città di Torino per il prestito delle meravigliose vedute torinesi di Luigi Vacca. Un vero gioiello per il racconto della mostra.
Luigi Vacca, Veduta di Torino da Est, 1818-1822, tempera, acquarello e pastello su carta, Torino, Archivio Storico della Città in comodato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Anche in questa occasione sono molti gli insegnanti e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti che hanno lavorato per mesi preparando il progetto espositivo, dal Corso di Fotografia di Fabio Amerio, che quest’anno ha costruito una preziosa collaborazione con il Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione della RAI, a Massimo Voghera che ha allestito uno dei mirabili modelli storici del suo Corso di Scenografia. Come ormai è tradizione, Elisabetta Ajani, insieme a Mattia Gaido, ha coordinato gli allievi nella realizzazione di un meraviglioso allestimento multimediale nato con la collaborazione dei rievocatori storici dell’associazione culturale Le vie del Tempo.
Partecipa al progetto anche L’Università degli Studi di Torino, con il patrimonio artistico del suo Rettorato, l’Associazione Guarino Guarini e SIAT – Società degli Ingegneri e Architetti in Torino – con un calendario di approfondimento sui temi della mostra, e il Museo Storico Reale Mutua, che continua a essere uno dei nostri migliori compagni di viaggio nella costruzione di progetti di valorizzazione della storia dell’Accademia, e del suo presente. Partner della mostra è anche Pfatisch 1915, con i suoi capolavori di cioccolato.
A guidarvi nelle sale espositive, e nel relativo catalogo, incontrerete i testi di Enrico Zanellati, Barbara Stabielli, Antonio Musiari, Rosalba Stura, Francesco Poli, Francesca Bocasso, Elena Gianasso e Carlo Ostorero.
Vi aspettiamo alla Pinacoteca Albertina,
Paola Gribaudo Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti