
Incursione surrealista. Spazio a Man Ray
Concepita nello spazio di un’unica sala, l’incursione dedicata a Man Ray offre una visione tagliente e circoscritta sulle sue ricerche grafiche ed editoriali, che si inserisce nel contesto più ampio della mostra La bellezza incisa. Dal Cinquecento al contemporaneo, fino al 14 settembre 2025. Artista, fotografo e regista, Man Ray è considerato una delle figure più significative del Novecento. Grazie alla sua innata propensione sperimentale, che lo portò a indagare in maniera sempre originale i differenti mezzi espressivi, Man Ray ebbe un ruolo determinante negli sviluppi del movimento Dada, come nel contesto dello stesso Surrealismo.
Impronte di luce precisamente definite nello spazio in segno di mistero, le opere di Man Ray inseguono la radiazione luminosa nella dinamica degli oggetti. I colori primari, nelle tavole di Revolving Doors, 1926 giocano con i loro complementari, senza mai fondersi. Linee di contorno nette, tagli dritti, o più raramente curvilinei, fanno di ogni pagina dell’oggetto-libro un luogo di sperimentazione. Opere in proiezione fluorescente le tavole a collage dell’opera Revolving Doors, come il titolo stesso lo annuncia, erano state pensate per essere installate singolarmente sul perno di una struttura roteante, cosicché le opere potessero essere spinte dagli spettatori come porte girevoli. Per Man Ray nella circolarità l’immagine prende tridimensionalità, i colori ritmano i movimenti delineando una visione dinamica, viva, cinetica. È la magia del cinema a presiedere le ricerche dell’artista a New York, sono gli anni Venti, la musica jazz, che dalla vorticosa metropoli verticale accompagna l’artista nei caffè parigini di Montparnasse, una volta giunto a Parigi. In Revolving doors colori e suoni, acuti o gravi, formano la colonna sonora dello sguardo: Mimo, Orchestra, Libellula, Ragazza, Mixer Concreto, Lunga distanza, Decanter, Ombre, Incontro, Legenda, titoli ironici più che onirici formano una storia metropolitana, note di colore in una ricerca sinestetica di luce in movimento. Quando per la prima volta Man Ray presentò questo lavoro era il 1916, il suo titolo A Primer of the New Art of Two Dimensions ne rivelava la peculiarità di sperimentazione geometrica. Nel 1926 i collage di Man Ray riappaiono come pochoirs in Revolving doors poi vengono nuovamente riproposti nel catalogo dell’esposizione Man Ray alla Galerie Iolas di Parigi nel 1973-74. Per la mostra crea un prezioso oggetto-libro a leporello. Sulla copertina in velluto blu, un nastro verde tiene come un prezioso bijoux, un anello che in francese è detto bague una preziosissima baguette di pane blu rilucente come un zaffiro. Pain peint (Blue Bread). Il frutto proibito, il pane, simbolo del corpo di Cristo, colore del cielo dove risiede e dove l’eden perduto è raccontato tra le aperture del libro a leporello insieme alla scultura e al busto di colui che era chiamato il divino Marchese de Sade. Passando attraverso quelle Revolving doors, nel catalogo del 1974 un altro elemento a sorpresa è applicato alla fine del libro. Il manifesto della mostra si dispiega e ripiega in quattro parti. Tra rettangoli di nuvole tre succulenti frutti proibiti, ci invitano a peccare.
La cartella di Revolving Doors, presente in mostra, è un’edizione a tiratura limitata della serie, pubblicata nel 1973 da Luciano Anselmino, gallerista torinese che, dalla fine degli anni Sessanta, promuove la diffusione delle ricerche surrealiste in Italia.
Le opere esposte provengono dalla collezione di Ezio Gribaudo, artista ed editore, che nel 1973 curò per le edizioni Fabbri di Milano una monografia dedicata a Man Ray. La sala è stata resa possibile grazie alla disponibilità e il supporto di Paola Gribaudo, presidente uscente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Incursione surrealista. Spazio a Man Ray è stata concepita e organizzata in occasione del convegno internazionale Il surrealismo e l’oggetto-libro: eredità, prospettive e sfide attuali organizzato dall’Accademia Albertina di Belle Arti in collaborazione con l’Università Jean Monnet Saint-Étienne e Institut de France.
Allestimento: Alessandro Botta, Alba Romano Pace, Enrico Zanellati
Testo: Alessandro Botta, Alba Romano Pace
Video: Revolving eyes, realizzato da Cristina Fumagalli
Foto: Fabio Amerio
Opere in mostra:
Man Ray, Revolving Doors, cartella contenete 10 pochoir a colori, edizione limitata a 100 esemplari, editore Luciano Anselmino, Torino, collezione privata
Man Ray, Le pain paint, editore Galerie Alexandre Iolas, Paris, 1973, collezione privata